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Il presidente della Camera Roberto Fico: “Da Sciascia e Livatino la spinta ideale costante a difendere e valorizzare la propria terra”.

Il 19 settembre 2020 il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico ha partecipato alle iniziative dedicate a Leonardo Sciascia a Racalmuto e al magistrato Rosario Livatino ad Agrigento. Lo hanno intervistato Salvatore Picone e Gigi Restivo. Ecco l’intervista.

Presidente, a Racalmuto e ad Agrigento, per ricordare uno dei maggiori scrittori ed intellettuali del ‘900, Leonardo Sciascia ed un martire della mafia, il giudice Rosario Livatino…

“Sono felice di venire per la prima volta in visita come Presidente della Camera nella provincia di Agrigento. Tengo molto a queste due importanti iniziative. Parliamo di figure di altissimo profilo, che hanno avuto percorsi ed esperienze diverse ma che si sono entrambe caratterizzate per un forte impegno nel contrasto alla mafia e per tutelare il bene comune. Sciascia, da grande intellettuale nel senso più alto del termine, ha denunciato con i suoi scritti il fenomeno mafioso e si è impegnato in politica per portare avanti le sue battaglie. Livatino ha lottato da magistrato con coraggio e professionalità, e per questo è stato ucciso: le istituzioni e il Paese devono ricordare il suo sacrificio”.

Sicuramente Sciascia, per quattro anni, sedette negli scranni della Camera dei Deputati oggi da Lei presieduta e fece parte della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro; i suoi interventi, brevi ma efficaci, influenzavano spesso il dibattito sia parlamentare che politico italiano. Quanto manca oggi una voce come quella dello scrittore siciliano in Parlamento?

“L’esperienza di Sciascia in Parlamento è stato un tassello di un più ampio e intenso percorso di impegno portato avanti per tutta la vita. Da deputato ha interpretato pienamente una missione civica, controcorrente. Ha firmato tante proposte di legge, ma anche tante interrogazioni. E poi ricordiamo il suo lavoro nella commissione d’inchiesta sul caso Moro. Autorevole, rigoroso, senza dubbio avere un intellettuale come lui, portatore di un pensiero libero, un pungolo continuo alla riflessione, in Parlamento e nel dibattito pubblico sarebbe prezioso. E per le istituzioni un elemento di forza”

Con la Sua autorevole presenza vengono avviate le iniziative per ricordare lo scrittore nel centenario della sua nascita. Quanto sono importanti le istituzioni e le iniziative culturali per il riscatto del Mezzogiorno?

“Aprire l’anno delle celebrazioni è motivo di orgoglio. La memoria è una risorsa del presente, ricordare deve essere sempre uno stimolo per confrontarsi con il passato e trarne insegnamento. L’auspicio è che queste iniziative che spero numerose e vivaci siano uno stimolo per i più giovani non solo a riscoprire Sciascia ma a mettersi in discussione ed essere sempre più spiriti civici impegnati per il proprio territorio”

Trent’anni addietro il trentottenne giudice Rosario Livatino veniva selvaggiamente trucidato lungo la statale 640, oggi ridenominata “Strada degli scrittori”; un giudice “ragazzino” che pagò con la vita la sua intransigenza nei confronti della mafia…
“Livatino era un magistrato rigoroso, capace e impegnato. Venne ucciso perché faceva il proprio dovere. E voglio ricordare anche che venne ammazzato perché non aveva una scorta, era un bersaglio facile. Lo Stato deve sapere proteggere i suoi rappresentanti che si impegnano a difesa della legalità”.

Sciascia ha caratterizzato il suo impegno politico e civile puntando spesso il dito nei confronti dell’amministrazione della giustizia, chiedendo maggiore responsabilità a coloro che sono chiamati a giudicare. Quanto è attuale, ancor oggi, quell’insegnamento? E quanto l’esempio di Livatino è presente?
“Ad ogni modo Sciascia e Livatino sono due profili differenti, come dicevo, ma sono stati entrambi espressione di valori che devono ispirare ancora oggi la nostra comunità. L’impegno a favore della collettività, lo sprone a migliorare la nostra società, la spinta ideale costante a difendere e valorizzare la propria terra. È anche da questo approccio che viene fuori la condanna non solo della mafia in quanto organizzazione criminale, ma della mentalità mafiosa in quanto sub-cultura clientelare e violenta”.

(Intervista al Presidente della Camera Roberto Fico di Salvatore Picone e Gigi Restivo. Da “Malgrado tutto web”)