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Il riscatto dei Carusi, grazie a Pirandello

Volete un esempio della forza della letteratura? Forse non tutti sanno quanti carusi, ovvero ragazzini, venivano impiegati nelle miniere di zolfo. Praticamente venduti, sfruttati, dimenticati.

Però scommettiamo che sapete chi è Ciàula vero? Con questo nome facile da tenere a mente, è il protagonista di una novella di Pirandello che abbiamo conosciuto a scuola. E tutti abbiamo condiviso con lui il momento esatto in cui scopre la bellezza della luna. Ecco, la scrittura serve a questo, a veicolare storie, a renderle permanenti, a ridare dignità a un passato che rischia di essere dimenticato.

Raccontare un passato difficile, farlo proprio, superarlo. Da qui parte l’approccio usato dalla I.C. Galluppi-Collodi-Bevacqua.

Abbiamo parlato con la professoressa referente del progetto, Alessandra Calabrò, per farci raccontare come nasce questa esperienza che è valsa il secondo premio per la drammaturgia nella sezione Scuole Secondarie di Primo Grado.

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Non siete nuovi al Concorso Uno, nessuno e centomila, avete partecipato anche l’anno scorso con un progetto particolare.

“Il nostro lavoro partiva da uno studio ispirato a La patente, i ragazzi hanno rielaborato la novella e introdotto un personaggio realistico, un ragazzo affetto da DSA, che hanno espresso, attraverso un laboratorio di scrittura creativa, con Diritto di sognare e andare lontano.

DSA è un acronimo che sta per disturbi dell’apprendimento. Adesso con le nuove strategie d’insegnamento e con gli strumenti compensativi i ragazzi possono studiare senza sentirsi diversi, gli studenti volevano sottolineare questo: il superamento di una difficoltà. Prima i ragazzi con DSA rischiavano di essere discriminati, si pensava che non avessero voglia di studiare. Dopo il lavoro fatto per Agrigento, abbiamo deciso di continuare, è diventato argomento di tesina con il testo abbiamo realizzato un piccolo libricino. Faremo uno spettacolo, lo useremo come maniera per raccontare la ricchezza delle diversità”.

Anche quest’anno siete partiti dalle medesime esigenze: usare la letteratura di Pirandello per creare storie reali e legate all’attualità.

“La nostra dirigente, Maria Antonia Puntillo tiene molto all’inclusione. Io sono docente di sostegno. Noi crediamo nel teatro come forma d’arte magnifica, con la scuola è in grado di costruire un mondo complementare, che aiuta a trasmettere ai ragazzi la cultura e offrire loro un nuovo modo di apprendere. Attraverso il teatro i ragazzi riescono a scoprire personaggi, situazioni, chi meglio di Pirandello, può aiutare ad avvicinarsi al teatro? Vogliamo dare voce agli alunni, sono loro la ‘buona scuola’”.

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Quale tematica avete scelto, adesso?

“Per quest’edizione abbiamo affrontato la tematica dell’immigrazione. I giovani sono costretti ad andare via. In Ciàula (Ciàula scopre la luna, novella del 1907) hanno visto una persona che vuole scappare. Su di lui hanno ritagliato il personaggio di John Mancuso. Un ragazzino che riesce a liberarsi da qualcosa che gli stava stretto, ma soprattutto a sopravvivere a una vera tragedia, quella di Cozzo Disi, un fatto di cronaca realmente accaduto della provincia di Agrigento (da wikipedia: Il 4 luglio 1916 per scoppio di grisou vi furono 89 vittime; questo è stato il secondo maggior disastro minerario italiano dopo quello della miniera di carbone di Arsa-Albona a Pola in Istria del 1940, dove vi furono 185 vittime). Abbiamo unito i due punti di vista, in Calabria ci sono ancora minatori, che portano i segni sul corpo del loro passato, e abbiamo riflettuto sulla figura dei carusi. I carusi erano ragazzini, ingaggiati con un contratto: si chiamava “soccorso morto” (una sorta di affitto, un ragazzino ceduto per pochi soldi). Dopodiché venivano praticamente dimenticati, nessuno li cercava più, nessuno li amava”.

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Come lo avete sviluppato?

“I ragazzi conoscevano la novella, era trattata nelle ore di studio. Qui hanno traslato la vicenda nell’attualità. Hanno inventato due personaggi: quello di John e quella del minatore calabrese che lo aiuta a imparare a scrivere.

Questa chiave, la scrittura, si rivelerà fondamentale: scampato alla tragedia John andrà in America e lì diventerà scrittore. Per fortuna il suo libro farà successo e lui potrà tornare in Sicilia, la sua amata terra. Noi abbiamo ambientato tutto nella vostra Isola”.

Cosa insegna adesso Pirandello?

“Noi abbiamo scelto il riscatto, quello della cultura, dell’istruzione. La bellezza della storia sta in questo: noi la rendiamo nota, ma al contempo siamo riusciti a uscire dalla miniera, a superare l’oscurità di quei luoghi. Attraverso la luce della famiglia, degli affetti. Una luce che rischiara e permette di scrivere lettere a casa, con l’inchiostro del cuore. La storia comincia così, un nipote che chiede a John Mancuso, ormai anziano, ìma tu, avevi paura del buio?’”.